Presso la biblioteca comunale di Caulonia ha avuto luogo giovedì 21 marzo un autentico momento di discussione filosofica. Nonostante imperversasse la tempesta di vento, un folto gruppo di coraggiosi si è recato al primo incontro di "Esperienze di Pensiero" - Scuola di alta formazione in filosofia "Mario Alcaro", organizzata dall'Associazione Culturale Scholé, in collaborazione con il Centro per la Filosofia Italiana e l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con il patrocinio del Comune di Caulonia. "La politica dopo la politica", questo il tema su cui è intervenuto il Prof.re Giuseppe Cantarano, docente di filosofia contemporanea all’Università della Calabria, dopo i saluti dell'Assessore Franco Cagliuso, la presentazione di Salvatore Scali, Presidente di Scholé, e il partecipato intervento del Prof.re Ilario Ammendolia che ha introdotto la lezione.
«La funzione della politica si è esaurita», le prime parole di Cantarano centrano subito il tema e annunciano una riflessione serrata.
Se la funzione dei grandi partiti politici era quella della politicizzazione di massa, nel momento in cui ognuno si può occupare di politica, essa ha assolto il suo compito. Tuttavia, quando tutti sono in grado di fare politica, tale funzione, presa in un ottica della rappresentanza, viene diluita.
Se la funzione dei grandi partiti politici era quella della politicizzazione di massa, nel momento in cui ognuno si può occupare di politica, essa ha assolto il suo compito. Tuttavia, quando tutti sono in grado di fare politica, tale funzione, presa in un ottica della rappresentanza, viene diluita.
«Quando viene chiesto al politico di mostrare la propria vocazione, il proprio senso di responsabilità, egli arretra consapevolmente», e più che mai lo fa di fronte allo stato d’emergenza. Da questo venir meno nasce l'appello ai poteri forti, cioè la messa in atto dell'antipolitica.
Cantarano ha sottolineato che essa non è, come fanno credere, «il mostro che aggredisce la politica tolemaica che accentra tutto intorno a se. L'antipolitica non è una patologia, ma è il vaccino autoimmunizzante della politica». Il riferimento emblematico per comprendere questo concetto è il governo tecnico. il Governo Monti è l'esempio fulminante di come la politica abbia invocato l’antipolitica nel momento in cui rischiava di scomparire.
«L’antipolitica è stata inventata dalla politica per la riproduzione della politica stessa, contro la spoliticizzazione» quest'ultima è dettata dal fatto di aver voluto assumere la posizione di guida in modo arrogante: affermando continuamente il suo "saper fare", ha convinto la società a "lasciar fare" e a disinteressarsi. Si tratta di una «infantilismo drammatico» da parte della politica che, piuttosto, dovrebbe assumere una posizione di dialogo partecipativo al fine di discutere su ogni cosa e con chiunque. La chiusura del Prof.re Cantarano è limpida, ma suona come una profezia: «se la politica continua a pensarsi in modo tolemaico, ignorando e ponendo ogni cosa al di sotto di sé, è destinata a divenire superflua».Di fronte alla scottante attualità della riflessione, al termine della lezione si sono susseguiti numerosi interventi da parte di pubblico eterogeneo, unito tuttavia dalla passione per il dialogo e il confronto.
Attendiamo la metà di aprile per il prossimo appuntamento della Scuola "Mario Alcaro".