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giovedì 18 luglio 2013

La Scuola in edicola su "il manifesto"

18 luglio 2013

di ALESSANDRA MALLAMO E ANGELO NIZZA

Il concetto di comune può essere un’idea politicamente produttiva se è in grado di riattivare la trama pubblica delle relazioni simboliche e affettive in aperta polemica con l’ideologia maturata in seno al neoliberismo basata su uno spietato individualismo proprietario. È all’interno di questo quadro teorico che si colloca il pensiero socio-politico dei beni comuni. Che ha alle spalle una categoria squisitamente filosofica. Quella del comune. Ed è proprio nell’ambito di un pensiero del comune che si situa la quarta edizione della Scuola estiva di alta formazione in filosofia “Giorgio Colli” di Roccella Jonica.

martedì 2 luglio 2013

Sullo spirito che vive in noialtri

Rilanciamo qui di seguito un pezzo pubblicato oggi sul neonato magazine on-line L'Arrotino, gestito da una cooperativa culturale di Lauria, popoloso centro del Pollino, poco al di là del confine con la Calabria. L'articolo si intitola "A Sud: beni comuni e prospettiva meridiana. La scuola di Roccella Jonica, tra mare e pensiero".

domenica 30 giugno 2013

"Del Comune": orari, nomi e temi

In attesa della realizzazione del manifesto della quarta edizione della Scuola estiva di alta formazione in filosofia "Giorgio Colli" di Roccella, diffondiamo il calendario definitivo degli incontri. 

La rassegna va dal 24 al 28 luglio prossimi e prevede la presenza di intellettuali giovani e meno giovani di primissimo livello nazionale e internazionale per dibattere intorno a un nucleo teorico di decisiva rilevanza per l'epoca, che è individuato dal concetto di comune

Sul tavolo ci sono gli addentellati filosofici e politici di una nozione che rimanda indietro fino agli albori della storia del pensiero, un esempio su tutti è dato dalla querelle "comune vs. universale", e che torna oggi a essere d'attualità nella misura in cui innerva la proposta politica relativa ai beni comuni e alle strategie economiche non privatiste e non individualiste, alternative al neoliberismo. Uno spazio importante, nell'ambito della Scuola è assegnato al seminario animato da laureati, dottorandi e dottori di ricerca italiani, che con cura e perizia hanno risposto al call for speech sul sapere come bene comune

sabato 15 giugno 2013

Beni comuni, un'idea contro...

Il taglio dello studio condotto da Ermanno Vitale sta per intero nel sottotitolo al volume Contro i beni comuni (Laterza, Roma-Bari, 2013). Quella del filosofo politico dell’Università di Aosta non è una mossa per ripudiare le teorie sostenute dai paladini dei commons ma si tratta piuttosto di una critica illuminista che replica al Manifesto dei beni comuni di Ugo Mattei (Laterza, Roma-Bari, 2011). Critica nel senso kantiano del termine, cioè un’analisi che mira a mettere in chiaro i limiti di un concetto, di un argomento, di una dottrina. Sotto la lente di Vitale finisce così quel filone di pensiero che viene indicato con l’etichetta non certo celebrativa di benecomunismo. Nel prosieguo di questo post, proverò a restituire il contraddittorio che l’autore-contro ingaggia con il collega giurista: l’obiettivo non sarà certamente quello di far da arbitro e men che mai da paciere, bensì di alimentare il fuoco del dibattito su un tema di scottante attualità.

mercoledì 5 giugno 2013

Del comune sapere in Vitale e Mattei

Propongo qui di seguito due passaggi tratti da altrettanti saggi dedicati ai "beni comuni". Nello specifico, i virgolettati sono in coerenza con il tema del "sapere come bene comune". Cito i testi invertendo l'ordine di pubblicazione, quindi partendo dal volume più recente. Si tratta di Contro i beni comuni. Una critica illuminista di Ermanno Vitale (Roma-Bari, La Terza, 2013) e di Beni comuni. Un manifesto di Ugo Mattei (Roma-Bari, La Terza 2011). I due volumi appartengono alla stessa collana e sono da collocare all'interno di un contraddittorio in cui, tuttavia, la tesi "contro" di Vitale non è da intendere come la mera negazione della teoria politica del "comune". Al contrario, la replica al fortunato libro di Mattei va intesa nella misura di una critica volta a cogliere i limiti dell'assunto lì contenuto e, dunque, a proporre un'alternativa: piuttosto che la costituzionalizzazione dei beni comuni, sarebbe più opportuno, secondo Vitale, costituzionalizzare l'interesse privato, così da porre dei limiti alla privatizzazione delle risorse materiali ed immateriali presenti al mondo. Ma su questo punto, sulla dialettica interna ai due autori, è il caso di tornarci in seguito, magari con un post ad hoc, offrendo all'argomento il tempo e lo spazio che merita. Adesso, conta di più restituire questi due stralci che, forse, anziché confermare una divaricazione di vedute fra Vitale e Mattei, ne esibisce una mutua compensazione, al netto dello stile affabulatorio del secondo e di quello nettamente meno poetico del primo.

giovedì 11 aprile 2013

Per una costituente dei beni comuni

Vale la pena di rilanciare in questo post un invito intercettato stamattina su Facebook, linkato da il manifesto, che riguarda i beni comuni. Vale la pena non solo per pubblicizzare l'appuntamento, ma anche per ribadire la centralità filosofica e politica dell'argomento.

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