Del pensare camminando. Pioniere fu Nietzsche che, per personale urgenza fisiologica e professionale intenzione polemica, scriveva in Ecce homo: «Star seduti il meno possibile; non fidarsi dei pensieri che non sono nati all'aria aperta e in movimento - che non sono una festa anche per i muscoli. Tutti i pregiudizi vengono dagli intestini. I'immobilità - l'ho già detto una volta - è il vero peccato contro lo spirito santo». Nella storia della filosofia ci si muove di continuo: dal vagabondare comico di Talete, presocratico flâneur cascato col naso all'insù dentro un pozzo perchè troppo intento a guardare il cielo, al cammino metodico, perché necessario allo sviluppo del pensiero, dei "peripatetici" ("coloro che vanno intorno per il giardino") fino alle passeggiate sul mare o in montagna del profeta di Zarathustra, che "sviano" dalla filosofia mummificata negli atenei, spalancando i panorami superumani e abissali del nichilismo. Il nostro filosofo non poteva soffrire i sedentari professori di Basilea, ignari di vertigini speculative, assisi su scranni accademici, e immobili tanto nel corpo quanto nel pensiero.
Allo stesso modo, Hegel, all'apparire il più sistematico dei filosofi; in cammino su strade di pensiero diverse da quelle che battè il piede terribile di Nietzsche, nella luminosa introduzione alla Fenomenologia dello spirito - forse una delle più grandi cose mai scritte - dichiara: "il concetto è l'automovimento".
Alessandra Mallamo
(Camminatrice, che il 21 pomeriggio
sarà in cammino al primo Roccella Fitwalking
e la sera sarà allo splendido stand di Scholé,
l'Associazione Culturale che organizza DEL COMUNE
la Scuola Estiva di Alta Formazione in Filosofia "Giorgio Colli",
sempre a Roccella dal 24 al 28 luglio)
Foto di Maria Merante |